
Il danno da fermo tecnico e la sua risarcibilità
16 Maggio 2025
Dossi killer: la Cassazione rivoluziona il risarcimento danni! Addio alla prova dell’insidia
30 Maggio 2025Danno da perdita parentale: il risarcimento spetta anche in assenza di vincolo di sangue
La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 5984 del 6 marzo 2025 ha ribadito un principio fondamentale in materia di danno da perdita del rapporto parentale: il risarcimento spetta non solo ai parenti di sangue, ma anche a chi abbia intrattenuto con la vittima una stabile relazione affettiva, indipendentemente dall’esistenza di un legame di consanguineità
Il caso concreto: la perdita della figlia e il ruolo del convivente.
Origini della Vicenda:
La vicenda giudiziaria trae origine dalla tragica morte di una bambina di quattro anni in un incidente stradale. Oltre alla madre, anche il compagno convivente (more uxorio) ha richiesto il risarcimento del danno da perdita parentale, sostenendo di avere svolto un ruolo di “padre vicario” nella vita della minore, in assenza del padre biologico.
In primo grado, il Tribunale di Bolzano aveva rigettato la domanda del convivente, riconoscendo il risarcimento solo alla madre. Tuttavia, la Corte d’Appello di Trento ha riformato la decisione, accogliendo la richiesta del compagno e riconoscendogli il danno parentale, sulla base delle testimonianze e della consulenza medico-legale che avevano confermato la presenza di una relazione affettiva stabile e significativa tra lui e la bambina.
Il principio della Cassazione: conta la relazione affettiva, non il sangue
La Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello, ribadendo che il vincolo di sangue non è un elemento imprescindibile per il riconoscimento del danno da lesione del rapporto parentale. Il risarcimento deve essere riconosciuto in relazione a qualsiasi tipo di rapporto che presenti le caratteristiche di una stabile relazione affettiva, anche se non vi è un legame di consanguineità.
Questo principio si fonda sul riconoscimento giuridico del valore affettivo e sociale di relazioni che, pur non essendo fondate sul sangue, svolgono un ruolo essenziale nella vita della vittima e del danneggiato. Nel caso di specie, la Corte ha valorizzato la dedizione, l’assistenza morale e materiale prestata dal convivente, elementi che hanno dimostrato la profondità del legame.
Implicazioni pratiche e criteri di prova
Per ottenere il risarcimento, non basta la semplice convivenza: è necessario dimostrare, anche tramite testimonianze e consulenze tecniche, l’esistenza di una relazione affettiva stabile, caratterizzata da dedizione, assistenza morale e materiale, consuetudine di vita e abitudini condivise.
La decisione della Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei legami affettivi non tradizionali e amplia la platea dei soggetti legittimati a richiedere il risarcimento del danno parentale, in linea con l’evoluzione sociale e giurisprudenziale degli ultimi anni.
Conclusioni
La pronuncia della Cassazione n. 5984/2025 rafforza il principio secondo cui il danno da perdita parentale può essere riconosciuto anche in assenza di vincolo di sangue, purché sia provata una relazione affettiva stabile e significativa. Gli avvocati che assistono i familiari delle vittime devono quindi porre particolare attenzione alla raccolta delle prove che attestino la qualità e l’intensità del rapporto, per garantire il pieno riconoscimento dei diritti risarcitori.
(A cura dell’Avvocato Gianmarco Cecconi)